martedì 5 giugno 2012

progressi...progressi...

Londra.

Visti gli ultimi risvolti riguardanti il terribile terremoto che ha colpito Modena, la mia città, mi sto preparando anch'io per tornare a casa a dare una mano.

In momenti come questi ci si rende davvero conto di quanto sia fragile la nostra esistenza e quanto tutto possa cambiare in un attimo. 
Così anch'io ho deciso di rimboccarmi le maniche e portare un aiuto concreto a chi ne ha bisogno. Partirò domani

Col lavoro direi di essere a buon punto del resto!
Questa settimana sono riuscita a mettere in piedi il primo abbozzo di collezione... ed ovviamente l'ho cestinato pochi secondi dopo (é la una mia regola: il primo tentativo non va mai bene! non bisogna accontentarsi!)

Contemporaneamente ho avuto modo di testare uno dei fantastici materiali fornitomi da Manifattura di Domodossola: una stuoia di pelle intrecciata.
Essendo pelle a concia vegetale, non trattata con resine, cere o quant'altro di chimico, ero quasi certa che lavorandola con la stessa tecnica usata la volta prima per la creazione del busto in cuoio, sarei riuscita comunque ad ottenere un effetto scultoreo.
L'unico problema sarebbe stato fare in modo che l'intreccio non si sbrogliasse durante il procedimento.

Ho tagliato un pezzo di stuoia più o meno delle grandezza desiderata, tolto l'adesivo che la teneva unita da dietro, e ho cucito lungo tutto il perimetro.
Mi sono accertata che il tutto non si muovesse e che si comportasse il più possibile come una pelle unica, e poi l'ho immerso in acqua tiepida.
Dopo qualche minuto l'ho tirato fuori e ho cominciato ad adattarlo al manichino, con delicatezza, in modo che non si creassero buchi.
Infine ho capito che per far meglio aderire ogni striscia alle curve del seno del manichino, era necessario districare tutto e re-intrecciarne una per una.



Ecco il risultato!



 

Questa tecnica mi permette di entrare profondamente a contatto col materiale. Ogni dettaglio viene curato con attenzione, e durante la lavorazione è come se l'anima si imprimesse sull'oggetto d'arte. Ciò costituisce un privilegio all'interno di un'industria che ormai lavora quasi solo per produzioni di massa.

Il motivo per cui ho deciso di utilizzare la pelle all'interno della collezione è proprio perchè essa mi permette di rappresentare un'anima nella mia donna oggetto
La pelle difatti è considerata un materiale "vivo", non solo perchè viene dagli animali, ma anche perchè per lavorarci bisogna in qualche modo assecondarla, rispettarne la flessibilità naturale stando attenti a non rovinarla.
Inoltre la pelle a concia vegetale cambia colore a seconda di come e quanto viene esposta alla luce, proprio come la pelle umana quando ci abbronziamo. 

Ma creare sculture non mi basta.
Per fare in modo che il concetto di oggettificazione della donna traspaia ho deciso che la mia donna ideale dovrà come confondersi con l'arredamento.

 


Ho cominciato quindi a investigare vari motivi Damascati e ne ho ricreati un paio a laser su cuoio.
Ecco le prove.




Sono abbastanza contenta del risultato, ma penso che continuerò a sperimentare col laser fino ad essere totalmente soddisfatta.

Al prossimo post!

-Diario di una Designer-













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